Quando scatta l’ora solare 2025?

L’ora cambierà nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, con ventiquattro ore di anticipo rispetto all’anno scorso. Alle 3 di mattina le lancette verranno spostate indietro di un’ora facendoci guadagnare sessanta minuti di sonno in più. All’alba però, il lento scorrere del giorno inizierà con un cielo che si illumina prima e finirà con un tramonto anticipato, addio quindi, giornate lunghe. Siamo nel cuore dell’autunno, quel momento dell’anno in cui ricominciamo a sentire parlare di ora solare, quel cambiamento che fa scattare in tutti la classica domanda: “Ma quindi dormiremo un’ora in più?” La risposta è sì. A differenza dell’ora legale che scatta invece in primavera, l’ora solare regala un’ora in più di sonno, ma anche molto più dispendio energetico, motivo per cui il cambio dell’ora è sempre al centro dei dibattiti. Con l’ora solare, quindi, il mattino prenderà luce prima del solito, ma il rovescio è evidente: già dalle prime settimane dopo il cambio, il buio comincerà a prevalere sempre prima nel pomeriggio. La durata effettiva delle giornate non cambia, ma la percezione sì.
Gli effetti sul nostro corpo
Pur dormendo un’ora in più, il passaggio potrebbe essere un po’ traumatico. Il corpo umano, abituato al ritmo dell’ora legale, avverte infatti uno sfasamento iniziale. La stanchezza appare con maggior facilità, alcuni faticheranno ad addormentarsi, altri sentiranno una minore lucidità nelle prime ore del giorno. Il sistema circadiano richiede qualche giorno per allinearsi al nuovo orario e in quel breve periodo ci si sente un po’ fuori sincrono, come se il tempo fosse stato riavvolto.
A marzo 2026 tornerà l’ora legale
Come ogni primavera, poi, verrà ripristinata l’ora legale, per l’esattezza, il cambio dell’orario avverrà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo 2026. Con lei torneranno anche i risparmi energetici. Durante i mesi in cui è stata attiva l’ora legale, infatti, l’Italia ha registrato un notevole risparmio energetico. Secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, si parlerebbe di circa 330 milioni di kWh che si traduce in un risparmio economico cumulativo nel corso dell’anno vicino ai 100 milioni di euro. Quel risparmio corrisponde anche a una riduzione stimata di emissioni di Co2, si parla di circa 160mila tonnellate, un dato che conferma l’impatto ambientale del cambio orario.
Il dibattito sull’abolizione
Da anni, in seno all’Unione europea e nei singoli stati, si discute dell’opportunità di abolire del tutto il passaggio semestrale. Nel 2019 il parlamento europeo propose di lasciare a ogni paese la scelta tra ora solare e legale, la discussione però, è rimasta bloccata. Dal 2021 si parla però di possibile abolizione per favorire il risparmio energetico che però secondo alcuni studi potrebbe andare ad impattare sulla salute.
Quando si è deciso di adottare l’ora legale?
L’idea risale addirittura al 1748, quando Benjamin Franklin propose di svegliare le persone prima al mattino con l’obiettivo di risparmiare candele. Se ne riparlerà concretamente solo nel ‘900. Nel 1916, infatti, nel pieno della Prima guerra mondiale, la Germania fu il primo paese ad adottare l’ora legale per riuscire a risparmiare carbone, fondamentale durante il conflitto. Il paese fu seguito a ruota da Regno Unito e altri paesi europei. Negli Stati Uniti invece, l’ora legale divenne obbligatoria due anni dopo, ma solo per brevi periodi, salvo poi entrare a pieno regime durante la Seconda guerra mondiale. Dopo i conflitti molti paesi scelsero di abbandonare il cambio dell’ora fino agli anni ’70, quando la crisi energetica impose di correre ai ripari.

