I benefici del co-sleeping
Se in passato condividere il proprio letto con i figli era una scelta quasi obbligata (dato che erano in pochi a potersi permettere una casa con più camere), in anni più recenti il co-sleeping è diventato una pratica non tanto ben vista soprattutto nei paesi occidentali. Il timore di crescere figli viziati e troppo attaccati ai genitori ha fatto sì che il co-sleeping fosse considerato una soluzione di emergenza, non di certo una pratica quotidiana. Tuttavia, ultimamente, dati anche i vari studi scientifici che ne dimostrano i benefici, la condivisione del sonno sta tornando in auge.
L’antropologo James J. McKenna, dimostra che dormire vicini alla propria madre aiuti i bambini a regolare delle funzioni corporee come la frequenza cardiaca, la respirazione, la temperatura corporea, la digestione, il tasso di crescita e l’allattamento al seno. Diverse ricerche inoltre, dimostrano che il co-sleeping favorisce anche il cosiddetto “bonding” ossia il legame speciale tra genitori e figli.
Oggi quindi, la scelta di condividere il letto con i figli è diventata auspicabile, in quanto il contatto fisico del genitore aiuta il bambino a dormire più sereno, a gestire meglio lo stress e a favorire per tutti una diminuzione dei disturbi del sonno e una propensione a riaddormentarsi con più facilità.